La famiglia è il nucleo all’interno del quale nasciamo, siamo riconosciuti, accuditi, protetti, educati ad andare nel mondo. Il modo con cui riceviamo tutto questo, secondo quanto è il nostro bisogno, è diverso per ciascuno di noi e, nella stessa famiglia, per ciascuno dei suoi componenti. Gli stessi genitori generano i propri figli in momenti diversi e li crescono ‘diversamente’, perché diverso è quell’equilibrio tra pensieri-emozioni-comportamento, che caratterizzano il loro agire nel qui-e-ora con ciascun individuo in ogni momento di vita. A loro volta, la loro crescita e i loro valori sono nati in una famiglia ‘diversa’, con genitori che hanno vissuto in un altro momento, in altra epoca, con altri condizionamenti, un’altra cultura.
Ciò che siamo è un continuo adattamento rispetto al contesto e all’ambiente in cui cresciamo. All’inizio lo acquistiamo come modello e poi lo scegliamo, confermandone la bontà, anche per noi, come già per i nostri genitori. Da qui le modalità di relazionarci nella famiglia. Il senso del nostro essere genitore è condizionato nei comportamenti, che i nostri genitori hanno avuto con noi e quindi sono stati i nostri maestri, in qualche modo. Nostro maestro é anche il nostro sentire in ogni momento. Quanto abbiamo bisogno di dimostrare il potere e la famiglia è il nucleo all’interno del quale sentiamo di non poter fallire? Situazione paradossale in alcune circostanze, quando il bisogno di ‘non fallire’ si accompagna a violenza, imposizione, manifestazioni di rabbia o, diversamente, indifferenza perché dobbiamo fare ‘altro’: lavorare, andare, realizzare noi stessi al di fuori.
– Quando i figli sono in sofferenza, é importante osservare i comportamenti e modelli educativi dei genitori, il loro ‘esserci nella relazione’ tra di loro come modello e nella relazione con i figli.
– Il modello educativo e il comportamento può essere causa di conflitti intra-familiari dolorosi, o persino di violenza intra-familiare.
Nel primo caso, il conflitto intra-familiare si caratterizza per modalità non rispettose e dolorose psico-fisicamente, nelle quali la relazione è comunque fondamentale e il suo ‘bene’ é considerato un obiettivo per ciascun familiare.
Diversa è la situazione nel caso di violenza intra-familiare, nella quale l’Altro diviene oggetto di un proprio soddisfacimento personale e quindi non vi è relazione, ma in qualche modo ‘uso’ dell’Altro per un proprio fine.